Il Novecento è stato il secolo che ha pensato la Regia quale prassi attraverso cui si realizza l’espressione autoriale nell’opera teatrale e cinematografica. Allestimento di uno spazio dinamico dentro la temporalità della scena (nelle esperienze performative), pratica capace di materializzare e rendere “immanente” la “trascendenza” di un testo drammaturgico (a teatro), o ancora costruzione e definizione di uno sguardo in grado di dare forma audiovisiva alla continuità narrativa della sceneggiatura (al cinema), la regia è un insieme di operazioni il cui ultimo fine è costruire il senso dell’opera spettacolare. Non a caso, la sua posizione decisiva all’interno dei grandi dispositivi della rappresentazione ha condotto l’insieme di operazioni che vanno sotto il suo nome a incarnarsi nella figura artistica più paradigmatica del XX secolo: il regista.

Ma se il XX è stato il secolo della regia, il XXI sta ridefinendo in modo radicale il suo ruolo nell’ambito delle arti dello spettacolo. Se infatti il teatro e il cinema continuano ad essere suoi luoghi di elezione, cosa sta accadendo alla pratica registica in uno scenario contemporaneo interessato da rimediazione e convergenza, segnato da una forte integrazione di media tradizionali e digitali? La funzione sintattica, unificante, produttiva e ricettiva della regia, è ancora presente all’interno di opere estese, proliferanti e interattive? O in opere segnate sempre più dal primato della narrazione sulla messinscena come quelle della nuova serialità televisiva? E soprattutto, in che modo la scrittura scenica delle neoavanguardie del teatro, luogo di origine della prassi registica, sta progressivamente ridefinendo il proprio campo di sperimentazione dentro esperienze affini (come il teatro d’opera o le nuove forme di happening digitale), mentre al cinema il regista sta sempre più diventando l’organizzatore di un flusso eterogeneo di immagini intermediali, amatoriali, d’archivio e non cinematografiche (si pensi in particolare al nuovo cinema del reale)?

Il convegno intende dunque mettere a fuoco il concetto di regia nel XXI secolo a partire dalle tre grandi aree applicative del teatro, del cinema e del teatro musicale, ed aprire ad una riconsiderazione complessiva della regia nell’era dei media digitali e delle nuove serialità. Le proposte possono riguardare i seguenti ambiti di ricerca:



- Teorie e pratiche della regia contemporanea.

- Regia e nuove forme della messinscena teatrale.

- Regia cinematografica e nuove forme dell’autorialità.

- Regia e teatro musicale.

- Cinema e film: la regia come operatore dello stile.

- La regia e la critica: valutazione e interpretazione.

- Regia nei media e nelle arti performative.

- Regia e Nuovo Teatro.

- Nuovo Teatro e regia operistica.

- Regia e cinema digitale interattivo e non interattivo.

- Regia e algoritmi (Automavision, AI generated movies).

- Serialità televisiva: il regista di episodi e il regista-showrunner.

- Regia e popular music: videoclip, documentario musicale e film concerto.

- Disintermediazione: il regista prosumer (da Youtube a Instagram).

- Regia e la nuova animazione.

- Regia e il nuovo cinema del reale.

- Regia e valorizzazione del territorio.

- Il regista e l’autorialità plurale: i binomi regista-sceneggiatore, regista-attore, regista-dop, regista-compositore, regista-montatore.

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